Celiachia nei bambini: è possibile prevenirla?

La celiachia potrebbe insorgere come conseguenza dello stile alimentare adottato fin da piccoli.

Ad avanzare il sospetto sarebbe la Lund University, in Svezia, che ha seguito migliaia di bambini oggetto di uno studio mirato a verificare se e come il rischio di sviluppare l’infiammazione cronica dell’intestino possa aumentare in seguito ad un alto consumo di cibi contenenti glutine assunti nei primi anni di vita.

Ebbene, la risposta sembrerebbe affermativa: tanto glutine da bambini aumenterebbe il rischio di contrarre il disturbo della celiachia.

 

Cos’è emerso dagli studi condotti?

Nello specifico, il team che ha condotto lo studio in oggetto ha registrato un aumento del 7% dei casi di celiachia negli individui che avevano assunto nei primi anni di vita maggiori quantità di glutine rispetto agli altri bambini.

I risultati di questi studi, pubblicati sulla rivista Jama, sono stati considerati degni di attenzione, considerata la rilevanza che questa novità potrebbe avere in ottica di corretta alimentazione in età pediatrica. L’età più delicata in cui l’assunzione di glutine potrebbe rivelarsi più pericolosa sarebbe, in particolare, quella compresa tra i 2 e 3 anni, il periodo cioè in cui tutti i bambini completano lo svezzamento, iniziando ormai a convivere con un’alimentazione completa a 360 gradi.

I ricercatori non sono riusciti a determinare le cause di questo fenomeno, tuttavia una cosa è certa: per una questione di salute alimentare è preferibile non eccedere nel consumo di carboidrati, quelli cioè composti da farina, elemento “no” per chi non tollera il glutine.

Come sempre “in medio sta virtus”, almeno fintanto che le cose non saranno davvero più chiare.

 

Cosa fare in caso di sospetto di celiachia nei bambini

Seguire un’alimentazione gluten-free si rende assolutamente indispensabile nel caso di bambini con sintomi più comuni quali diarrea, gonfiore addominale, dolori addominali, nausea.

Se questo vale per gli adulti, ancor più è necessario per i bimbi, più deboli, fragili, il cui organismo è incapace di assorbire adeguatamente importanti nutrienti come proteine, vitamine e minerali con conseguente potenziale ritardo della crescita, anemia cronica e carenze a livello nutrizionale.

Quando questi sintomi si manifestano, è bene evitare il fai da te rimettendosi alla decisione del proprio medico di famiglia che potrà consigliare di procedere con l’iter diagnostico del caso.