Celiachia: nuovo trattamento all’orizzonte?

Recenti studi starebbero analizzando alcuni batteri capaci di modificare l’elaborazione del glutine da parte del sistema digestivo.

I numeri legati alla celiachia sono infatti da capogiro ed urge un trattamento alternativo, se possibile innovativo. Questo disturbo rappresenta una condizione molto comune, più di quanto si possa pensare, ma più difficile da individuare tanto che per una fetta di popolazione rimane addirittura non diagnosticata. Eppure sappiamo che se non trattata può portare a conseguenze gravi che vanno ben oltre i sintomi più comuni come i dolori addominali, gas e gonfiore, carenza di nutrienti.

Sappiamo tuttavia che, per chi versa in questa condizione, c’è per fortuna la possibilità di sentirsi bene subito, seguendo scrupolosamente una dieta priva di glutine.

Il cibo senza glutine è oggi un alimento sempre più facile da reperire in commercio, come base nei menù dei ristoranti e negli scaffali di quasi tutti i supermercati e negozi di alimentari, anche online.

Tuttavia, qualcosa sembra affacciarsi sull’orizzonte delle cure.

Contaminazione: evitarla non sempre è possibile

Purtroppo, come rivelano anche recenti studi di riviste specializzate, la contaminazione incrociata con il glutine alcune volte è inevitabile, in particolare nelle diete non si possono controllare come quando si è in vacanza o si mangia fuori di casa.

Per tali ragioni alcuni ricercatori come Natália Ellen Castilho de Almeida, Ph.D. hanno iniziato a condurre ricerche mirate a nuovi approcci per curare la celiachia.

Almeida, professore dell'Istituto Federale di Educazione, Scienza e Tecnologia di San Paolo, Brasile, è uno dei principali autori di nuovi studi sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, che esaminano i probiotici chiamati Bifidobacteria.

Questi potrebbero essere in grado di abbattere il glutine e potenzialmente domarne la risposta immunitaria del corpo. Almeida spiega che lo studio potrebbe offrire "un trattamento prospettico per bypassare gli effetti innescati dall'assunzione di glutine nei pazienti con malattia celiaca".

In pratica, potrebbe aiutare le persone che soffrono di celiachia a “digerire” il glutine senza manifestare i soliti sintomi.

 

Bifidobacterium: ecco di cosa si tratta esattamente

Sappiamo che nel nostro corpo sono presenti milioni di batteri buoni, benefici per la nostra salute.

Il Bifidobacterium, in particolare, è un tipo di probiotico che vive nell’intestino, nel tratto gastrointestinale e aiuta ad assorbire i nutrienti, regolare la digestione e il metabolismo, assistere il sistema immunitario a prevenire le malattie.

Il microbioma intestinale, chiamato anche flotta batterica, è diverso in ogni individuo con una composizione che varia in ragione all’età, all’uso di antibiotici e probiotici, alla dieta ed allo stile di vita in generale. La ricerca di Almeida ha rilevato che il Bifidobacterium (batterio “buono” usato comunemente nei probiotici orali e anche come trattamento per l’IBD) sembra mancare in molti pazienti affetti da intolleranza al glutine.

Ebbene, il team di Almeida avrebbe scoperto che questo particolare microbo sarebbe in grado di abbattere il glutine riuscendo a convertirlo in un formato meno dannoso.

Come lo stesso Almeida afferma: “Questo studio ha dimostrato che il microbiota intestinale è sicuramente coinvolto nel metabolismo del glutine".

 

Le ricerche sono ancora in atto e l’intero mondo resta in attesa, fiducioso, di conferme definitive anche se tutto, per ora, lascia davvero sperare in meglio.