Dieta per celiachia: come e perché si mangia più glutine di quanto si pensi

Stando a recenti studi, seguire rigorosamente una dieta gluten-free aiuta, ma non è di per sé in grado di proteggere i celiaci da quantità di glutine pericolose.

È infatti opportuno sapere dove di preciso si trovi questa sostanza e come/dove possa essere celata. Mangiare cibi privi di glutine non è una moda, ma una necessità, che se derogata può condurre una persona con celiachia ad avvertire sintomi già con un consumo minimo di appena 50 mg.

Per questo, chi ne soffre deve seguire un’alimentazione rigorosamente e completamente priva di glutine. Non sono ammesse deroghe neppure in quantità trascurabili.

Dieta gluten-free: a cosa stare comunque attenti

A rafforzare questa tesi è anche un recente studio condotto dall’azienda biofarmaceutica californiana ImmonogenX pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.

Da questo studio è emerso che le persone che seguono una dieta priva di glutine ne consumano in realtà molto di più di quanto pensino.

Si tratta di quantità minime, ma di per sé sufficienti ad innescare sintomi anche gravi dovuti a infiammazioni e danni intestinali.

La celiachia è il disturbo di natura alimentare più frequente a livello globale, una malattia cronica intestinale autoimmune che esordisce con diarrea, dimagrimento, amenorrea, dolore addominale e stanchezza cronica per poi peggiorare nel suo quadro clinico, se non trattata adeguatamente, potendo concorrere all’aumento del rischio di sviluppare ulcere, adenocarcinomi e linfomi.

I ricercatori si sono concentrati sulla valutazione della quantità di peptidi immunogenici del glutine, prodotti di degradazione del glutine non digeribili nei campioni di feci e urine dei partecipanti.

Da risultati è emersa l’assunzione media di 150/400 mg utilizzando il test delle feci e di 300-400 mg con il test delle urine. Dati allarmanti, visto che in genere i celiaci, stando a questi risultati, finirebbero dunque con il consumare fino a circa 200 mg di glutine al giorno.

 

Cosa fare per evitare la presenza subdola di glutine

Da quanto riportato emerge che molte persone che si sforzano di seguire una dieta priva di glutine al 100%, in realtà, ignari, ingeriscono abbastanza glutine da poter subire in maniera del tutto inconsapevole danni intestinali, magari lievi all’inizio.

Come fare per evitare il glutine nascosto è presto detto: bisogna non solo seguire una dieta gluten free, ma anche perpetrare una condotta alimentare attenta, che si basi sulla lettura meticolosa delle etichette alimentari.

Il regolamento UE 1169/2011 prevede infatti l’uso rigido di informazioni che gli operatori del settore alimentare devono fornire ai consumatori.

Quindi, l’etichetta rappresenta la vera carta di identità di un alimento/bevanda e in essa deve essere riportato ogni riferimento chiaro e comprensibile a tutti al glutine.

 

Oggi godiamo di tutele decisamente molto più forti rispetto a quelle di un tempo: questo ci consente di vivere l’esperienza dell’alimentazione con maggiore partecipazione, proprio perché l’informazione senz’altro lo permette.

Non ci resta che sfruttare al meglio questa risorsa controllando l’origine degli alimenti che portiamo a tavola e la possibile presenza, sia pur minima, di glutine all’interno di questi.