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Trattamento della celiachia ad oggi: ecco nuovi spiragli

Il trattamento della celiachia comporta una dieta rigorosa e permanente senza glutine.

Questo trattamento ha un impatto significativo sullo stile di vita delle persone.

Anche in una dieta priva di glutine, le persone celiache possono ancora manifestare i sintomi a breve termine e varie complicanze a lungo termine, specie se non mantenuta correttamente.

Chi è sensibile al glutine oltre ai sintomi più classici ne manifesta anche altri in campo neurologico e dermatologico. La neuropatia periferica, ad esempio, causata dal danneggiamento ai nervi periferici è causa di dolore e intorpidimento tipico a mani e piedi.

Quando il dolore neuropatico si accompagna alla sensibilità al glutine parliamo di neuropatia da glutine. Ciò premesso, al momento non esistono farmaci e vere e proprie cure atte a debellare il problema.

In seguito a tale ricerca, condotta su persone con età media di 70 anni, i ricercatori si dicono convinti che i pazienti che escludono il glutine rigorosamente dalla propria dieta hanno l’89% di probabilità in meno di avere dolore neuropatico. La dieta priva di glutine è quindi, al momento, l’unica condizione valida a coloro che soffrono di tale patologia.

Tuttavia, inizia ad aprirsi qualche spiraglio di luce.

 

Cosa emerge da recenti studi

Recenti studi condotti dall'Università di Sheffield, nel Regno Unito, hanno dimostrato che coloro che hanno seguito una dieta rigorosamente priva di glutine hanno maggiori probabilità di non avere dolori rispetto a coloro che seguono una dieta “libera”.

Questo però non sarebbe sufficiente ad evitare i rischi dovuti al fatto che sono tantissimi gli alimenti che contengono il glutine e le probabilità di incorrere in contaminazione sono abbastanza elevate.

Tuttavia uno spiraglio sembra essersi aperto dai ricercatori dell'Università di Stanford in California.

In un lavoro pubblicato a febbraio di quest’anno dal Journal of Biological Chemistry viene evidenziato come il glutine, nel campo celiaco, induce ad una risposta immune esagerata quando questo viene modificato dall'enzima Transglutaminasi 2 o TG2 nell'intestino tenue.

Gli autori di questo studio avrebbero identificato un enzima in grado di spegnere TG2.

Il Direttore del Dipartimento Chemistry, Engineering & Medicine for Human Health di Stanford, Chaitan Khosla, che ha supervisionato questo studio, in precedenti ricerche aveva già appurato che il TG2 può essere attivo o inattivo, in considerazione della formazione o della rottura del legame disolfuro, un legame chimico specifico, tra due aminoacidi nell'enzima TG2.

Tale proteina è presente non solo nei soggetti con celiachia, ma anche nelle persone sane.

E’ chiaro che siamo solo agli inizi degli studi, comunque questo può far sperare gli scienziati che è possibile nel futuro mettere a punto dei farmaci che consentano a chi soffre di celiachia di consumare quei cibi ai quali, per ora, devono rinunciare.

Questo trattamento potrebbe, se messo a punto e raffinato in tutti i suoi aspetti, rivelarsi efficace per la malattia del celiaco che potrebbero non rinunciare più al piacere di questi cibi.

 

Per ora gli studi sono solo all’inizio, ma la speranza di noi tutti e, naturalmente, degli scienziati è che in futuro sarà possibile creare in laboratorio un farmaco potente, che consenta anche a coloro che sono affetti da celiachia di consumare cibi con il glutine senza alcun problema; un farmaco appunto progettato tenendo conto di queste importanti evidenze scientifiche emerse da questo eclatante studio.

Forse siamo ancora un po’ lontani dal poter ritenerci fautori di un mezzo efficacissimo per annientare l’intolleranza/allergia al glutine, tuttavia, questi piccoli passi fanno ben sperare.